Il proverbio "l'erba del vicino è sempre la più verde" esprime in pieno la comune tendenza degli esseri umani a considerare migliore cio che è dato ai suoi simili, cosi che ogni qualvolta si presenta l' occasione di fare un confronto diretto tra ciò che è frutto del nostro lavoro e ciò che al contrario è il risultato dello sforzo altrui, ognuno di noi propende verso un certo fastidioso senso di insoddisfazione.
Ciò è causato in noi dalla continua ricerca di un ideale di perfezione che ha sempre spinto gli uomini a un rapporto dialettico con i suoi simili e da cui scaturisce il desiderio di raggingere ciò a cui non saremmo mai in grado di arrivare per conto nostro.
L'insensatezza che nasce dall'analisi di questo detto popolare, è ricondotta in qualke modo all'invidia che l'erba in questione suscita in noi, che non dovrebbe persistere dal momento in cui avviene il riconoscimento dei nostri limiti, oltre i quali non è ragionevole spingersi. Inoltre possiamo anche notare come mutino le situazioni a seconda dei diversi punti di vista, così che quando si prende visione di qualcosa dall'esterno tutto ci sembra più leggero e gratificante, in quanto lo osserviamo nella sua totalità (basti pensare a come un prato da lontano ci appaia uniformemente verde). Viceversa, ad un successivo confronto, i nostri sforzi verranno sempre vanificati( il nostro prato invece risulta pieno di imperfezioni e di zolle scoperte).
Cerchiamo allora di correggere quest'attitudine, che ritengo naturale, consolandoci magari del fatto che anche noi siamo dei vicini per il nostro vicino, e che quest'ultimo riuscirà ad apprezzare, secondo lo stesso principio, la bellezza che putroppo sfugge ai nostri occhi.
Carlotta Ferranti
classe: IV G
2011-02-23
Questo proverbio spiega molto precisamente il modo di pensare contemporaneo altamente pessimistico x cui si pensa che nulla da noi svolto sia adeguato o alla pari di un lavoro effettuato da altri a parità di mezzi e possibilità!infatti si pensa che le attività altrui riescono meglio delle nostre anche qualora si è consapevoli di aver fatto un'ottimo lavoro.Questo modo di pensare riguarda una determinata sfera del nostro cervello che elabora i lavori altrui come modelli da seguire e non da superare.
da ALESSANDRO MANCINI
P.S.Jakopo ha vinto con quel link!XD
Giorgia Urbinati
classe: IV G
2011-02-24
la specie umana è portata fin dalle sue origini ad apprezzare i bene altrui e a non ammirare i propri possessi. E' famoso infatti il proverbio che enuncia"L'erba del vicino è sempre più verde";questa espressione si basa su un principio di reciprocità.se per noi l'erba del vicino è più verde,per il nostro vicino sarà la nostra ad esserlo.L'unica soluzione accettabile dal punto di vista logico è che siamo entrambi vittima di qualche fastidiosa infermità visiva.Il nostro cervello è legato alla visione dall'azione delle altre persone e mescola le informazione relative al nostro lavoro a quello altrui aiutandoci nella nostra vita.nell'attuare questa miscela importante il nostro cervello viene però influenzato nel suo giudizio facendo ritenere il lavoro degli altri più semplice.
l'erba del vicino la si osserva da un'angolazione tale da escludere dall'apertura pupillare il colore turpe del terreno che risulta invece visibile nel momento in cui lo si osserva da vicino. Giorgia Urbinati
Francesco Colli
classe: IV G
2011-02-24
Se è veroo che i proverbi sono la scienza dei popoli, in quanto racchiudono un insegnamento desubto dall'esperienza; allora "L'erba del vicino è sempre più verde"(leteralmente:La situazione delgli altri sembra sempre migliore della nostra)esprime due dei principali aspetti dell'umanità: il pessimismo e l'egocentrismo.
E' scientificamente affermato infatti da uno studio americano condotto dalla professoressa Hamilton che il nostro cervello tende a valutare il lavoro degli altri sempre meno faticoso di quello nostro.
Si esprime pessimismo e egocebtrismo quindi perche l'uomo tende sempre a far pesare che la SUA vita sia quella più faticosa e che sarebbe stato meglio se ne avesse vissuta un'altra nei panni di un altro uomo che consiedera più fortunato di lui.
L'uomo però non si accorge del dono che gli è stato offerto: la vita che in questo caso si trasforma in una vera e propria fortuna che l'uomo deve saper cogliere rendendola una virtù.
Giulia Mercuri
classe: IV G
2011-02-24
Molto spesso siamo portati a considerare le fatiche altrui più lievi rispetto alle nostre ed a reputare migliore tutto ciò che possiedono. Innanzitutto dipende dal tipo di persona: se non si è soddisfatti si tende a vedere tutto ciò che gli altri hanno come qualcosa di migliore; se invece si è abbastanza soddisfatti o comunque contenti della propria vita, non si andrà a considerare la posizione e il prestigio altrui. Aldilà della soddisfazione personale, è scientificamente provato che una parte del nostro cervello influisce sul modo di vedere le cose. Per capire le azioni degli altri il nostro cervello imita le azioni stesse osservate. Quando siamo presi in prima persona a compiere un lavoro, alcuni dei centri motori del nostro cervello, quelli che dovrebbero accendersi per imitare, e quindi percepire con esattezza il lavoro di altri, sono impegnati contemporaneamente a seguire il nostro corpo e fanno male i loro calcoli nel valutare il lavoro altrui. Nel compiere questi processi, infatti, il nostro cervello viene influenzato nel suo giudizio facendo ritenere il lavoro degli altri più semplice.
Maria Partola
classe: IV G
2011-02-25
Il proverbio " L'erba del vicino è sempre piu' verde " riprende il principio del relativismo e della reciprocità e nel contempo puo' essere riallacciato alla dottrina filosofica di Hobbes,soprattutto nel concetto dell'egoismo naturale proprio della natura umana,che è in antitesi al filone dominante della cultura occidentale.Il provverbio avrebbe anche un fondamento reale e scientifico,il quale viene spiegato mediante la percezione che ha il nostro cervello del lavoro altrui.Quest organo ha avuto un'evoluzione tale da percepire la fatica altrui in modo piu' lieve e cio' suscita l'invidia nel nostro animo.Questo sentimento ha due opposte accezioni:una positiva e l'altra negativa.La prima sprona l'individuo a migliorarsi,mentre la seconda indica l'insoddisfazione e l'incapacità del genere umano di una valutazione critica e razionale della capacità e dei problemi altrui. Maria Partola
Carlotta Ferranti
classe: IV G
2011-03-01
Il proverbio rivela un atteggiamento tipico dell'uomo: il non accontentarsi mai delle proprie risorse e situazioni; l'invidiare la vita altrui; voler migliorare la propria, anche se già piuttosto confortevole.
In realtà, questo detto possiede un fondamento fisico: solo da una distanza ravvicinata sono visibili i difetti e le zone prive d'erba del prato. Sono infatti le diverse posizioni da cui osserviamo, la differente altezza a cui ci troviamo a determinare una visuale più o meno realistica.
Da una distanza e da un'altezza maggiori l'erba appare uniforme e quindi più bella, più "verde".
Tutto è relativo: da un prato che può essere visto da mille prospettive diverse, alla vita altrui che ci appare sempre migliore rispetto la nostra, anche più di quanto, in realtà, sia.