Leon Battista Alberti

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« Solo è sanza virtù chi nolla vuole. »
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<span style="font-size: 10px;">&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;(Leon Battista Alberti, Della famiglia)</span>
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==Il pensiero==
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Leon Battista Alberti nacque a Genova nel 1404, figlio illegittimo di Lorenzo Alberti, della grande famiglia mercantile che aveva dovuto lasciare Firenze per la parte avute nel tumulto dei Ciompi. Comp&igrave; studi di diritto canonico, pur coltivando per suo conto le arti e le lettere, e durante un soggiorno a Bologna conobbe Tommaso Parentucelli, poi papa col nome di Niccol&ograve; V, grande mecenate e fondatore della biblioteca Vaticana. Nel 1432 ebbe l&#39;ufficio di abbreviatore apostolico; al seguito di Eugenio IV fu a Firenze, Bologna e Ferrara, per tornare nuovamente a Firenze, dove nel 1441 promosse il <i>Certame Coronario</i>, una gara di poesia in lingua volgare ideata e a cui partecip&ograve; egli stesso, con il patrocinio di Piero de&#39; Medici. Torn&ograve; a Roma nel 1443 e vi dimor&ograve; fino alla morte, nel 1472.&nbsp;</div>
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Alberti non fu solo umanista e scrittore, ma con versatilit&agrave; si occup&ograve; anche di arti figurative, nelle quali detiene un primato illustre, soprattutto come architetto, autore dei progetti della chiesa di San Francesco a Rimini (il cos&igrave; detto Tempio Malatestiano), del palazzo Rucellai e del compimento di Santa Maria Novella a Firenze, della chiesa di Sant&#39;Andrea a Mantova, del cos&igrave; detto Volto del Cavallo e del campanile del Duomo di Ferrare, opere che segnano una svolta nella storia della nostra architettura. Fu poi musicista, lottatore, maestro nei rami pi&ugrave; diversi della ginnastica, teorico delle arti figurative (<i>&#39;&#39;&#39;Sulla pittura&quot;; &#39;&#39;De re aedificatoria&quot;</i>), scienziato, matematico (<i>&#39;&#39;Ludi mathematici&quot;</i>), fisico (scopr&igrave; la camera oscura), archeologo (<i>&quot;De scriptio urbis Romae&quot;</i>), umanista, scrittore e in latino e in volgare, realizzando cos&igrave; in se stesso quell&#39;universalit&agrave; di culture e attivit&agrave; che teorizz&ograve; nelle sue opere.&nbsp;</div>
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La sua attivit&agrave; di scrittore fu assai vasta e varia: anche nella giovinezza, travagliata da sciagure domestiche, malattie, ostilit&agrave; dei parenti, compose assiduamente: una commedia latina, il <i>&#39;&#39;Philodoxeos&#39;&#39;</i> (<i>&#39;&#39;L&#39;amante della gloria&#39;&#39;</i>), che fu creduta classica; le &#39;<i>&#39;Intercoenales&quot;</i>, dialoghi sull&#39;impronta dello scrittore latino Luciano di Samosata, nei quali tratt&ograve; gli argomenti pi&ugrave; vari; e poi, via via con gli anni, fino alla pi&ugrave; tarda et&agrave;,i tre libri <i>&#39;&#39;Della pittura&quot;</i>, in volgare; i dieci libri &#39;<i>&#39;De re aedificatoria&#39;&#39;</i>; il <i>&#39;&#39;De statua&#39;&#39;</i>; i <i>&#39;&#39;Dialoghi della tranquillit&agrave; dell&#39;anima&#39;&#39;</i>; il <i>&#39;&#39;Momus&#39;&#39;</i> o <i>&#39;&#39;De principe&#39;&#39;</i>; i dialoghi <i>&#39;&#39;De iciarchia&#39;&#39;</i>; i tre libri <i>&#39;&#39;Delle famiglia&#39;&#39;.</i> In queste opere Alberti riprese e svolse, ora in latino ora in volgare, tutti i temi maggiori dell&#39;[[Umanesimo]], vale a dire quei temi con i quali l&#39;Umanesimo veniva costruendo una visione nuova, borghese e moderna, del mondo.</div>
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Per Alberti lo studio del mondo antico fu, come per tutti i maggiori umanisti, attivit&agrave; competitiva attraverso cui l&#39;et&agrave; moderna apprende i mezzi con cui spiegare le sue possibilit&agrave;, in un&#39; ottica ottimistica e fiduciosa delle forze dell&#39;uomo - di quell&#39;uomo che l&#39;umanesimo poneva al centro dell&#39;universo ([[Antropocentrismo]]) - fu al cuore di tutta la sua opera.</div>
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==Pensiero==
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Tema essenziale della prosa di Alberti era il rapporto tra fortuna e virt&ugrave;, nel quale l&rsquo;autore, avvertendo la forza della Fortuna, sottoline&ograve; ugualmente la possibilit&agrave; per l&rsquo;uomo di vincere l&rsquo;ostilit&agrave; di quella. Tuttavia asser&igrave; che la Fortuna va vinta non tanto con l&rsquo;impeto giovanile, di cui parl&ograve; poi Machiavelli, quanto piuttosto con una saggia virt&ugrave; che la addolcisca con la pazienza. Alberti prense cos&igrave; come modello la figura del saggio che, pur impegnato in un completo svolgimento delle capacit&agrave; dell&rsquo;uomo, e pur aperto a godere di tutti i beni offerti dalla natura e dall&rsquo;arte, sa raccogliersi in un saggezza pacata.<br />
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Per tutto ci&ograve; Alberti poteva essere considerato il teorico della nuova borghesia, che si affermava nelle signorie umanistiche: fondamentale &egrave; il trattato &ldquo;<i>Della famiglia&rdquo;</i>, nel quale egli, ponendo la famiglia al centro della vita sociale, teorizz&ograve; per primo quella virt&ugrave; della &ldquo;masserizia&rdquo;, cio&egrave; del risparmio, che era la netta antitesi della &ldquo;libert&agrave;&rdquo; o &ldquo;magnanimit&agrave;&rdquo; idealizzate dalla societ&agrave; feudale.<br />
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I trattati <i>&quot;Della famiglia</i>&rdquo;, <i>&quot;Della tranquillit&agrave; dell&#39;animo&rdquo; </i>e <i>&quot;De iciarchia&rdquo;, </i>&nbsp;che discorrono rispettivamente dell&#39;educazione dei figli e dell&#39;economia domestica, del modo di far fronte alle pene della vita e del governo della famiglia e dello Stato, sviluppano il tema del sereno equilibrio.<br />
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La ricerca dell&#39;equilibrio e della misura si concludeva cos&igrave; positivamente, incentrata nell&#39;esaltazione del vincolo familiare e nella proposta della cultura non pi&ugrave; come rifugio e separata salvezza, ma come libera e creatrice indagine e, insieme, strumento di socialit&agrave;. Intorno a questo tema Alberti svilupp&ograve; le sue concezioni pedagogiche. Con lui il pensiero educativo si liber&ograve; definitivamente di ogni residuo medievale e, accanto agli studi, l&#39;autore esalt&ograve; un&#39;educazione virile in cui l&#39;attivit&agrave; e l&#39;esercizio fisico abbiano gran peso. In accordo con la concezione rinascimentale, Alberti sostenne che l&#39;uomo &egrave; responsabile del suo destino. Alla luce di altri testi tecnici e teorici, &egrave; possibile allora cogliere una perfetta saldatura tra l&#39;ordine morale e quello ricercato, mediante le matematiche, nell&#39;opera dell&#39;architetto: essi non sono altro che l&#39;analogo della stessa armonia naturale che l&#39;arte deve imitare e l&#39;uomo realizzare attraverso la misura della sua azione.</p>
==Elementi di laicità==
==Elementi di laicità==
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Leon Battista Alberti si presenta come il tipico uomo dell&#39;Umanesimo. La sua poliedricit&agrave; si estendeva a tutti gli ambiti della cultura, dalla musica all&#39;architettura, passando per la matematica e l&#39;archeologia, addentrandosi cos&igrave; in campi di studio ormai slegati dall&#39;influenza della Chiesa.<br />
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Egli abbandon&ograve; le disquisizioni teologiche, concentrandosi maggiormente sulla fisica e la morale con tutte le sue attinenze, cio&egrave; l&#39;uomo e la natura, che costituivano i nuovi oggetti della scienza. Infatti conformemente al pensiero umanista,&nbsp; Alberti pose l&#39;uomo al centro del mondo, affermando che l&#39;uomo &egrave; la creatura privilegiata di Dio, il quale gli ha donato virt&ugrave; e capacit&agrave; in modo che possa attuare il suo regno in Terra.<br />
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Un altro aspetto che si evince dalle sue produzioni letterarie &egrave; il problema del rapporto tra fortuna e virt&ugrave;, largamente dibattuto durante l&#39;Umanesimo e il Rinascimento. Mentre nella concezione religiosa medievale era la Fortuna, intelligenza celeste,&nbsp; ad operare sul destino dell&#39;uomo attuando la volont&agrave; provvidenziale di Dio, ora questo ruolo &egrave; ricoperto dalla Virt&ugrave;, in armonia con le forze dell&#39;uomo.<br />
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Elementi di novit&agrave; legati alla visione umanistica messi in luce nelle sue opere riguardano la bellezza, vista come l&#39;integrazione razionale delle proporzioni tra le parti , e l&#39;uso della prospettiva, che scardin&ograve; le gerarchie devozionali dell&#39;iconografia medievale.<br />
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Come Aberti esaltava l&#39;armonia nell&#39;arte, allo stesso modo si adopera per armonizzare la sua prosa facendo uso del volgare, irrobustito e nobilitato sull&#39;esempio delle regole e delle strutture proprie del latino.</span></p>

Versione corrente delle 21:24, 26 gen 2013

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