Lorenzo il Magnifico

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(La vita e le opere)
 
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==La vita e le opere==
==La vita e le opere==
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Nipote di Cosimo de' Medici e figlio di Piero di Cosimo de' Medici e di Lucrezia Tornabuoni,Lorenzo nacque il 1 gennaio 1449 a Firenze, nel Palazzo Medici Riccardi[1]. Ricevette una profonda educazione umanistica ed un'accurata preparazione politica da maestri del calibro di Cristoforo Landino,Gentile de' Becchi, Giovanni Argiropulo  e Marsilio Ficino],  Nel 1466, a soli diciassette anni, entrò a far parte della balia e del Consiglio dei Cento, predisponendosi così alla successione del padre che era di salute cagionevole.
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Prima di poter farlo entrare nella vita politica cittadina, il padre dovette, per la troppo giovane età di Lorenzo, affidargli alcune missioni che lo costrinsero ad intrattenersi lungo la penisola italiana per oltre un anno. Al rientro a Firenze, il Magnifico poteva ritenersi soddisfatto dell'esito delle sue peregrinazioni, ma non della situazione che si stava creando all’interno dello Stato.  La morte improvvisa di Francesco Sforza infatti,avvenuta l’8 marzo 1466,privò suo padre Piero di un dei suoi alleati più potenti ed i nemici della casa medicea,primo fra tutti Luca Pitti,non tardarono ad organizzare contro di lui una congiura, sventata solo all’ultimo momento dal giovane Lorenzo.
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Alla morte del padre, avvenuta lo stesso anno del matrimonio, Lorenzo, appena ventenne,assunse il comando su Firenze assieme al fratello Giuliano,il quale, riconoscendone le qualità superiori,gli lasciò immediatamente i compiti di governo. Lorenzo non accettò ufficialmente il potere,in quanto voleva essere considerato un semplice cittadino,ma nella realtà accentrò nelle sue mani ogni carica inerente le città e lo stato. Nel periodo dal 1469 al 1472 riformò completamente le istituzioni statali, sopì tutte le rivalità tra famiglie e risolse tutti i problemi familiari in modo da diventare supremo arbitro in ogni questione. Con piccole modifiche alla costituzione comunale, si assicurò il potere senza perdere il favore popolare: vennero conservate le magistrature comunali le quali, private tuttavia di autonomia, furono semplici strumenti nelle sue mani.
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Lorenzo compendiava in sé potere politico ed economico, amore per l'arte e per la cultura rappresentando l'incarnazione ideale del principe rinascimentale e divenendo il vero e proprio arbitro della città: era pronto a regnare come signore assoluto. Assicurò, inoltre, un periodo di equilibrio fra le varie potenze italiane, tanto da meritarsi l'appellativo di "ago della bilancia italiana". Dopo aver domato le ribellioni di Prato e di Volterra, dopo dieci anni di governo, i fratelli Medici dovettero fronteggiare la recrudescenza degli attacchi delle famiglie rivali, prima fra tutte quella dei Pazzi, che organizzò la celebre "Congiura dei Pazzi" con lo scopo di uccidere i fratelli.  Il 26 aprile 1478, mentre ascoltavano la messa in Santa Maria del Fiore, i due fratelli furono aggrediti. Giuliano fu colpito a morte dal sicario Bernardo Bandini, mentre Lorenzo, ferito in modo lieve, si salvò riparandosi in sagrestia aiutato da alcuni amici tra cui il Poliziano. I congiurati furono esposti a crudeli vendette e rappresaglie, ma Lorenzo non poté raggiungere i veri organizzatori: il Papa Sisto IV e suo nipote Girolamo Riario. Girolamo, fallito questo primo tentativo, organizzò altri due complotti per toglierlo dalla scena politica: uno diretto, per assassinarlo; ed uno indiretto, volto a presentarlo come mandante di un tentativo di avvelenamento nei confronti dello stesso Riario. Entrambi fallirono. Va notato che, negli anni successivi, i rapporti tra i due appaiono, dalla corrispondenza, sempre formalmente buoni: Lorenzo chiede a Girolamo vari interventi in favore della sua famiglia presso il Papa Sisto IV, e il Riario risponde accontentandolo con benevolenza.
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Fallita dunque la congiura dei Pazzi, il Papa, sdegnato dal trattamento riservato ai congiurati, scomunicò Lorenzo, si alleò con Ferdinando I di Napoli e con la Repubblica di Siena contro la stessa Firenze, alleata di Milano e di Venezia. L'alleanza fiorentina fu sconfitta dal Re di Napoli nella cosiddetta Guerra de' Pazzi. Nel 1479, immediatamente dopo la fine dell'Assedio di Colle Val d'Elsa (che di fatto concluse le operazioni belliche), Lorenzo si recò coraggiosamente a Napoli di propria persona per trattare con Ferdinando I, riuscendo nell'impresa di convincerlo delle sue ragioni e ottenendo il ritiro delle sue truppe dalla Toscana, staccandolo dalla lega con il Papa. Al ritorno in città, Lorenzo fu salutato dai Fiorentini come salvatore della patria. Nel 1480 Sisto IV, rimasto isolato, offrì la pace a Firenze, mentre Girolamo Riario, sfumata l'ipotesi di impadronirsi del potere a Firenze, ottenne la signoria di Forlì.  Forte di questi successi Lorenzo, approfittando del momento favorevole, strinse il potere nelle sue mani istituendo il Consiglio dei Settanta, organo di governo formato da fedelissimi della famiglia che diminuì l'autorità dei Priori e del Gonfaloniere di giustizia. Con il nuovo pontefice, Innocenzo VIII, i Medici si legarono ancora di più al papato, visto che Il Magnifico era convinto che l'alleanza tra Firenze, Napoli e lo Stato della Chiesa avrebbe tenuto gli stranieri lontani dal suolo italiano. Lorenzo il Magnifico, indicato come il moderatore della politica italiana, seppe creare quell'equilibrio che fu apportatore di una pace fra gli Stati Italiani durata fino alla sua morte, avvenuta il 9 aprile 1492 a causa di una uricemia ereditaria che era degenerata in una infezione provocando una cancrena alla gamba. Al suo capezzale erano presenti Michelangelo Buonarroti e il frate domenicano Girolamo Savonarola, che gli somministrò l'estrema unzione e fu sempre particolarmente critico nei suoi confronti.
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                                                                                                                                                                                                                                  Appresa la sua morte, Caterina Sforza, Signora di Forlì ed Imola, vedova del Riario, commentò: "Natura non produrrà mai più un simile uomo". La sua maschera mortuaria, conservata nel museo degli Argenti, fu realizzata nella bottega di Orsino Benintendi che eseguì il calco appena morto. L'ultimo restauro della maschera eseguito da Daniele Rossi nel 2001, ha rimesso in evidenza i tratti del Magnifico coperti da una pesante vernice. Resta ancora il mistero della presenza all'interno del calco di un sasso tondo di fiume. Nel 1494, al ricomparire delle discordie tra Stati, Carlo VIII invase la penisola.
==Il pensiero==
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==Elementi di laicità==
==Elementi di laicità==
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Lorenzo il Magnifico è portatore di un pensiero legato all'[[edonismo]].
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[[Categoria:autori]]
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Versione corrente delle 20:44, 30 gen 2013

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